i Ganci alla Conoscenza

Filloux (via Mario Tedeschini-Lalli) si pone un problema interessante: “What defines journalistic quality? How to build a system reliable enough to be deployed at scale? Here are some leads.”

La soluzione proposta è altrettanto interessante: “For my contribution, I will focus on three signal types that convey quality: Stated Signals, Inferred Signals, Subjective Signals.” Sugli Stated Signals, poi: “Simply put, these are the signals that can be attached to any piece of news as a part of the production phase, right in the Content Management System.”

Mi sembra una naturale prosecuzione del ragionamento che, ne “La stanza intelligente”, David Weinberger, faceva a proposito delle nuove conoscenze che nascono intorno alla Rete e nella Rete diffuse dai contenuti digitalizzati online. Weinberger diceva che, con un opportuno utilizzo dei metadati (indicando come standard di riferimento il Dublin Core), si potevano “fornire ganci alla conoscenza” e, di conseguenza, fare della Rete un veicolo di conoscenza ancora più efficace. Con l’utilizzo dei metadati – diceva – i contenuti possono diventare interoperabili, nel senso di “più facilmente rintracciabili”, decodificabili e collegabili, sia dai lettori sia da altri autori, altri giornalisti, altri scrittori.

Il progetto del Dublin Core (riassumevo nel mio lavoro di ricerca) si è sviluppato in ambito OCLC (On line Computer Library Center), la grande rete di servizi americana per le biblioteche. Nel marzo 1995 si è tenuta una conferenza nella città americana di Dublin (Ohio), alla quale i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di creare un insieme di strumenti condivisi per l’accesso alle risorse digitali. Lo scopo era quello di stabilire un insieme base di elementi descrittivi che potessero essere forniti dall’autore o dall’editore dell’oggetto digitale, ed inclusi in esso, o da esso referenziati. Il consorzio di utenti che si è costituito ha incominciato così a sviluppare un’architettura per i metadata che venisse incontro alle necessità dei venditori e dei produttori di informazioni. L’Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU) ha curato la traduzione in italiano del “Dublin Core Metadata Element Set”. Il Dublin Core Metadata Element Set (ancora dal mio libro) è formato da: Titolo, Creatore, Soggetto, Descrizione, Editore, Autore di contributo subordinato, Data, Tipo, Formato, Identificatore, Fonte, Lingua, Relazione, Copertura, Gestione dei diritti.

Il piccolo sforzo che ho fatto è stato poi definire un sottoinsieme minimo dei metadati del Metadata Element Set che potesse garantire un livello accettabile di interoperabilità. Ho poi messo l’interoperabilità nel gruppo degli attributi di qualità (insieme con Tipologia, Professionalità, Pluralismo, Accessibilità,  Pubblicità e Completezza) di un contenuto online.

Con un pizzico di orgoglio: i conti cominciano a tornare.

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