Bitcoin: una Piattaforma p2p per Moneta e Informazione

“Il problema è che si gAffare Bitcoin. Pagare col p2p e senza banche centraliuarda più a bitcoin come moneta che a bitcoin come sistema di pagamento”. Così esordisce Gabriele De Palma, autore del libro “Affare Bitcoin. Pagare col p2p e senza barriere centrali”. Perché la novità, continua De Palma, sta proprio nel metodo di pagamento. Di currency alternative, in effetti, ce ne sono già tante altre.

Di fatto si tratta di una gestione distribuita tra tutti i nodi della rete che, surrogata da un complicata tecnica crittografica, permette di mantenere l’anonimato e prevenire inconvenienti tipo i doppi utilizzi di moneta (tutto viene tracciato in un file accessibile da tutti); la transazione avviene con l’invio di una somma senza la necessità di un’autorità centrale che garantisca la sicurezza dello scambio.
La cosa sconvolgente è la dinamica di creazione di bitcoin (perché in qualche modo questa moneta deve essere emessa, no?): anche qui: non esiste un ente centrale! Per creare bitcoin, occorre risolvere un “problema computazionale” talmente complesso che risulta indispensabile condividere la propria risorsa di calcolo, il proprio PC. Come dice De Palma, poi, “bitcoin è la ricompensa per aver dedicato risorse di calcolo alla rete”.

Questo testo, per me, non parla solo di bitcoin come moneta; nè soltanto di bitcoin come sistema di pagamento. Bitcoin, nella descrizione di De Palma, appare un fenomeno che va visto come declinazione pura del concetto di Rete e di Condivisione. È un punto di vista diverso che, nella sua novità, ci parla di ciò che è all’origine di Internet, dell’idea di Internet; di qualcosa che definirei addirittura ancestrale. Un punto di vista dal quale è stimolante riflettere.

Ecco una prima riflessione: “Bitcoin è digitale, non fisico; è fatto di bit e non di atomi, ma non è virtuale”, dice De Palma. Un’autentica rivelazione che spiega – da una prospettiva sicuramente insolita – l’errore nel quale si cade quando ci si riferisce alla realtà vissuta in Rete come ad una Realtà Virtuale contrapposta a quella vissuta negli incontri face-to-face. Stiamo o non stiamo realmente parlando con una persona quando siamo in chat? Stiamo o non stiamo realmente acquisendo un bene pagandolo in bitcoin? Leggete questo libro e, se non l’avete già fatto, capirete a cosa esattamente mi riferisco.

E poi, per rimanere nell’ambito #1news2cents: Luca De Biase, qualche tempo fa, rifletteva su un argomento che soltanto ora mi appare più chiaro, almeno nei termini in cui veniva posta la questione (nel merito, onestamente, faccio ancora fatica!): la moneta è informazione. Vista la dinamica del sistema Bitcoin, per quanto esista sempre la creazione di una scarsità nella sua cessione (cosa che con l’informazione non succede per la sua natura di “bene non rivale”), prevalendo comunque in essa l’aspetto di condivisione in una rete e considerando poi quanto aumenti la qualità dell’informazione quando la si “maneggia” insieme ad altri, beh, le analogie tra (questa) moneta e informazione sono davvero sorprendenti.

Cosa diventerà Bitcoin? A parte le conclusioni dell’autore io credo che le dinamiche siano quelle di un sistema (il p2p) che, anche solo da un punto di vista puramente infrastrutturale, può tranquillamente essere utilizzato per la “compravendita” di unità informative! Di qualità, s’intende! Ecco perché ho trovato questo testo fondamentale nel percorso che vuole identificare delle pratiche che rendano più reale il Modello Editoriale oggetto del mio studio.

Sarà sicuramente interessante ascoltare Gabriele De Palma e discutere con lui Venerdì prossimo, nel dibattito “Giornalismo, pagamenti e rete: come rifondare l’economia del comparto editoriale grazie ai bitcoin e dintorni” al Dig.it di Prato al quale avrò il piacere di partecipare.

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